Proposte di legge sulla sindacalizzazione del personale militare (A.C. 875 e A.C. 1060).

Lo scorso mese avevamo dato notizia della pubblicazione dei testi dei progetti di legge A.C. 875 (Corda + altri) e A.C. 1060 (Tripodi + altri) relativi al processo di sindacalizzazione del personale militare. Nella seduta della IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati del 29 gennaio 2019 è iniziato l’esame congiunto delle due proposte di

Lo scorso mese avevamo dato notizia della pubblicazione dei testi dei progetti di legge A.C. 875 (Corda + altri) e A.C. 1060 (Tripodi + altri) relativi al processo di sindacalizzazione del personale militare.

Nella seduta della IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati del 29 gennaio 2019 è iniziato l’esame congiunto delle due proposte di legge che tendono in vario modo ad estendere i diritti sindacali al personale delle Forze Armate e delle Forze di Polizia ad ordinamento militare, a seguito della nota sentenza della Corte Costituzionale n. 120/2018 con la quale è stata sancita l’illegittimità dell’articolo 1475, comma 2, del Codice dell’ordinamento militare nella parte in cui vieta ai militari di costituire associazioni professionali a carattere sindacale.

Nel corso della iniziale riunione, la relatrice, Emanuela CORDA (M5S), ha in particolare:

• evidenziato che nella scorsa legislatura, i lavori del Comitato ristretto incaricato di predisporre un testo unificato delle proposte di legge in materia di rappresentanza militare si erano concentrati sul tentativo di realizzare una sintesi il più ampia possibile tra le varie iniziative in esame;

• introdotto l’esame delle proposte abbinate;

• osservato che la nuova legislatura si è aperta con una novità di fondamentale importanza: sentenza della Corte costituzionale n. 120/2018, che ha dichiarato la parziale illegittimità costituzionale dell’articolo 1475, comma 2, del Codice dell’ordinamento militare. In particolare, la Suprema Corte ha stabilito l’illegittimità di tale norma nella parte in cui dispone che «I militari non possono costituire associazioni professionali a carattere sindacale o aderire ad altre associazioni sindacali» invece di prevedere che «I militari possono costituire associazioni professionali a carattere sindacale alle condizioni e con i limiti fissati dalla legge; non possono aderire ad altre associazioni sindacali»;

• dichiarato che tale sentenza appare destinata a rientrare nel novero di quelle pronunce che rappresentano un significativo momento di sviluppo dell’ordinamento, tanto più alla luce delle sostanziali novità intervenute nel tempo in merito alla struttura del nostro apparato militare, la più importante delle quali è quella relativa alla professionalizzazione delle Forze armate;

• richiamato la circolare emessa dal Ministero della Difesa lo scorso 21 settembre 2018 che, nelle more di un intervento organico del legislatore in materia e al fine di dare attuazione a quanto previsto dalla stessa Corte, ha impartito specifiche indicazioni per avviare il processo di costituzione delle associazioni sindacali militari;

• evidenziato che la proposta di legge C. 875, recante norme sull’esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e dei corpi di polizia ad ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo, si propone di dare seguito in maniera organica a quanto sancito dalla recente sentenza della Corte costituzionale;

• esposto i contenuti sia della proposta di legge A.C. 875 che di quella A.C. 1060;

• assicurato la sua piena disponibilità ad un confronto aperto con tutte le forze politiche presenti in Commissione finalizzato a svolgere un accurato dibattito di merito che possa condurre in tempi rapidi all’approvazione di una riforma rispettosa dei principi stabiliti dalla sentenza della Corte costituzionale e attesa da tempo dal mondo militare;

• auspicato che sul provvedimento si possa svolgere un ampio e costruttivo dibattito che possa portare all’adozione di un testo condiviso, prospettando l’opportunità di acquisire, attraverso un ciclo di mirate audizioni, gli opportuni approfondimenti considerata anche l’importanza e la complessità del tema in esame.

A seguire:

• l’Onorevole Wanda FERRO (FdI) ha sottolineato come anche il proprio gruppo intenda contribuire al dibattito su questa importante riforma a lungo attesa dal mondo militare e preannunciato che sulla stessa materia è in fase di presentazione una proposta di legge, ritenendo utile realizzare la più ampia condivisione possibile e, per tale ragione, prospettato la necessità di nominare un vicepresidente della commissione come correlatore, in modo da fugare ogni dubbio riguardo la parzialità delle decisioni in merito al testo da adottare come testo base;

• l’Onorevole Maria TRIPODI (FI) ha condiviso le considerazioni sulla necessità di evitare che sul provvedimento vi possano essere interpretazioni di parte, sottolineando la necessità di portare a termine il lavoro che la Commissione si appresta a svolgere, rendendo così al Paese un servizio utile;

• l’Onorevole Salvatore DEIDDA (FdI) ha evidenziato la necessità di approfondire adeguatamente alcuni temi dubbi, facendo presente che nel definire le prerogative e gli obblighi dei sindacati militari occorrerà tenere ben presente che questi ultimi non possono essere paragonati ai sindacati dei corpi di polizia civile, esprimendo la propria perplessità sull’operato del dicastero della difesa, che ha avviato la procedura per il riconoscimento delle associazioni sindacali militari prima ancora che il Parlamento abbia potuto definire quale percorso dovrà condurre a trasferire la tutela dei diritti dei militari dalla rappresentanza militare alle costituende associazioni professionali e sottolineando i rischi che potrebbero derivare da questa situazione ibrida;

• l’Onorevole Antonio DEL MONACO (M5S) replicando al collega Deidda, ha fatto presente che la sentenza della Corte costituzionale ha indicato chiaramente che, nel periodo di transizione tra i due sistemi, la rappresentanza militare sarà l’unica forma possibile di interlocuzione e confronto tra i vertici ed il personale militare;

• l’Onorevole Salvatore DEIDDA (FdI) ha replicato ribadendo il proprio convincimento che le associazioni sindacali riconosciute dal dicastero della difesa siano soggetti con i quali la Commissione possa interloquire già da ora;

• la relatrice Emanuela CORDA (M5S), ha condiviso le considerazioni del collega Del Monaco aggiungendo che i sindacati già costituiti non hanno alcun potere contrattuale, evidenziando che la sentenza della Corte costituzionale, nel mantenere in vigore le disposizioni sulla rappresentanza militare, ha inteso evitare un vuoto normativo in attesa che venga approvata da parte del legislatore la nuova disciplina sulle associazioni sindacali militari.

Nel prendere atto dell’inizio del dibattito in Commissione sui progetti di legge già presentati, che come già osservato meriterebbero di essere emendati in ragione di alcune criticità che a nostro avviso andrebbero risolte al fine di escludere, a regime, la coesistenza delle nuove associazioni sindacali con organismi interni di Rappresentanza (“rappresentanze unitarie di base”), non resta che attendere la presentazione del progetto di legge preannunciato dall’Onorevole Wanda FERRO (FdI). La domanda a questo punto sorge spontanea: “Siamo all’alba di un nuovo “Comitato ristretto” per la redazione di un testo unificato, dai noti tempi “biblici”?

L’auspicio è semplicemente che tutto avvenga in tempi celeri, al fine di assicurare a breve termine il riconoscimento dei diritti sindacali al personale militare, dando concretezza a quanto sancito dalla Corte Costituzionale ed evitando un estenuante procrastinarsi del fisiologico periodo transitorio di coesistenza dei due sistemi (sindacati militari e Rappresentanza Militare), necessario sino all’emanazione delle norme che dovranno dare piena agibilità ai sindacati militari.

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