Corte Costituzionale. Trattamento di fine servizio. “Il Paradiso può attendere”.

La Corte Costituzionale ha sciolto ieri anche il secondo dubbio sulle due questioni sollevate di interesse per il personale del Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico. L’Ufficio stampa della Consulta ha infatti fatto sapere che al termine della discussione le questioni sono state dichiarate infondate ma con esclusivo riferimento al caso di una lavoratrice in

La Corte Costituzionale ha sciolto ieri anche il secondo dubbio sulle due questioni sollevate di interesse per il personale del Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico.

L’Ufficio stampa della Consulta ha infatti fatto sapere che al termine della discussione le questioni sono state dichiarate infondate ma con esclusivo riferimento al caso di una lavoratrice in pensione per ragioni diverse dal raggiungimento dei limiti massimi di età o di servizio. In questa ipotesi, la Corte ha ritenuto non irragionevole il regime restrittivo introdotto dal legislatore, che prevede la liquidazione delle indennità nel termine di 24 mesi e il pagamento in rate annuali.

Nello stesso comunicato è poi specificato che restano impregiudicate le questioni sul pagamento delle indennità nel termine di 12 mesi, e sulle relative rateizzazioni, per i pensionati che hanno raggiunto i limiti massimi di età o di servizio.

Non resta che attendere la pubblicazione delle motivazioni della sentenza per comprendere quali siano le ragioni, secondo la Corte, che rendono ancora legittima una norma fortemente afflittiva per il personale del comparto pubblico, peraltro oggetto anche di interrogazioni parlamentari.

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