Ricordando un programma televisivo di qualche anno fa, viene spontaneo dire che “Correva il 24 settembre 2023” quando, prendendo spunto dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 130/2023, il Sinafi scriveva al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati ed ai Presidenti dei Gruppi parlamentari chiedendo l’adozione di idonee iniziative che ponessero definitivamente fine al differimento della corresponsione del trattamento di fine servizio del personale del pubblico impiego ( Clicca qui per leggere al lettera).
Nell’occasione il Sinafi chiedeva con forza di porre fine ad una dilazione nella corresponsione del TFS che, ancora oggi, viene avvertita dagli aventi diritto come un illegittimo “sequestro”, sia pur temporaneo, di somme dovute a chi per anni ha prestato la propria opera al servizio delle Istituzioni democratiche, con alto senso civico e dello Stato.
Si coglie quindi oggi con estremo favore il fatto che l’11 gennaio 2024 è iniziato l’esame del progetto di legge numero A.C. 1254, abbinato al numero 1264, con adozione, nella riunione del 31 gennaio 2024 della XI Commissione Lavoro in sede referente, di un testo base e richiesta al Governo dell’invio della inerente relazione tecnica.
Il testo della proposta di legge prevede, molto semplicemente, la riduzione da 12 a 3 mesi del differimento della corresponsione del TFS e nuovi importi annuali di 63.600 euro e 127.200 euro in relazione all’ammontare complessivo di quanto spettante.
Più precisamente, laddove in precedenza era previsto che:
- per collocamento a riposo d’ufficio a causa del raggiungimento dell’anzianità massima di servizio l’ente erogatore provvedesse decorsi 12 dodici mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro, lo stesso termine dovrebbe essere ridotto a 3 mesi;
- gli importi annuali, in relazione all’ammontare complessivo, fossero di 50.000 euro e 100.000 euro, gli stessi dovrebbero essere aumentati, rispettivamente, a 63.600 euro e 127.200 euro.
L’auspicio è che l’iter legislativo giunga alla sua conclusione nel più breve tempo possibile, restituendo agli aventi diritto quanto spettante e ancora oggi trattenuto in ragione di difficili e temporanee congiunture socio economiche, allora sussistenti, ora non più opponibili a fronte di un diritto dei lavoratori palesemente compresso.
La Segreteria Nazionale SINAFI