Editoriale del Segretario Generale
Venerdì 3 Maggio 2019
Concorso interno per Tenenti riservato ai Luogotenenti: Al di là delle ragioni, la scelta della Guardia di Finanza non appare comunque giustificabile alla luce di alcune significative riflessioni che vanno anche oltre il diritto.
Continuano a far parlare di sé, con una certa enfasi tra il personale interessato, le scelte fatte a suo tempo dalla Guardia di Finanza in occasione del riordino delle carriere, circa le modalità ed i criteri adottati per i concorsi interni riservati al Luogotenenti, con almeno sei anni nel grado, che hanno trovato una differente regolamentazione nel decreto Legislativo 95/17.
Tutto regolare, ci mancherebbe altro, ma questa differenziazione, scientemente voluta, continua a provocare forti mal di pancia al personale del Corpo interessato dalla procedura.
Viste le continue sollecitazioni che ci pervengono ogni giorno, con una certa forza, da tantissimi Luogotenenti, ritengo doveroso dedicare un mio pensiero sulla vicenda che avvalora le tesi sostenute dagli interessati e che si sostanziano nelle seguenti considerazioni:
- la invocata peculiarità dell’Amministrazione, relativa alle speciali funzioni di Polizia Economica e Finanziaria è in tutto e per tutto identica per il ruoli Ufficiali, Ispettori e anche Sovrintendenti. Si pensi al fatto che il luogotenente può reggere Comandi e Sezioni ordinativamente assegnati agli Ufficiali;
- lo status giuridico degli appartenenti alla Guardia di Finanza non muta, le qualifiche restano le medesime ed i poteri di conseguenza (si tratta sempre di Ufficiali di Polizia Tributaria). A differenza, invece, di quelle dei neo funzionari della Polizia di Stato, della Polizia Penitenziaria e dei neo Ufficiali dei Carabinieri, che assumono la qualifica di Ufficiali di Pubblica Sicurezza, con poteri ben più ampi di quelli posseduti in precedenza. Eppure, fanno un concorso per soli titoli;
- se la scelta fosse da individuarsi nelle specifiche funzioni degli Ufficiali della Guardia di Finanza, come ha sempre sostenuto l’Amministrazione (cosa già smentita oggettivamente dalle considerazioni precedenti), non è assolutamente spiegabile che il contratto delle FF.PP. sia il medesimo per tutti e che anche il personale dirigente delle diverse forze di polizia abbia identico trattamento economico.
Non appare, pertanto, giustificabile indire un concorso in totale difformità con le procedure individuate da tutti gli altri Corpi, perché pur sforzandosi il personale interessato non ne comprende affatto le ragioni.
Esiste un’evidente dicotomia per gli appartenenti alla Guardia di Finanza, rispetto ai colleghi delle altre Forze di Polizia, nel percorso di carriera e che nel corso del tempo è stata puntualmente partecipata, tutt’altro che velatamente, all’Amministrazione da singoli delegati della RM ai massimi livelli, sia da Organismi di base ed Intermedi, ma senza alcun risultato positivo.
Poi, esiste un’altra sperequazione, ingiustificabile, che aggiunge altro malcontento e che di fatto vede una progressione di carriera per i neo Sottotenenti della Guardia di Finanza molto più lenta:
- per l’Arma dei Carabinieri, è previsto un “ruolo straordinario a esaurimento” per complessivi 800 Sottotenenti in 5 anni; gli ufficiali del Ruolo Straordinario (art.2212-quinquiesdecies COM) permangono nel grado di Sottotenente per un anno (comprensivo della fase di formazione e aggiornamento) mentre la permanenza minima da Tenente è, invece, di due anni per poter essere promossi, sempre ad anzianità, al grado di Capitano e che diventa apicale per il ruolo;
- per la Polizia di Stato, invece, la riforma ha istituito il “ruolo direttivo ad esaurimento”, interessando nella prima fase complessivamente ben 1.500 Sostituti Commissari, che raggiungeranno la qualifica apicale di Commissario Capo in soli 2 anni e 6 mesi;
- per la Guardia di Finanza, invece, il D.Lgs. ha previsto l’accesso, con un anno di ritardo rispetto alle altre FF.PP, al ruolo normale – comparto speciale e aeronavale di 350 Sottotenenti, alimentato per un periodo di cinque anni, dal personale con il grado di Luogotenente in servizio permanente con almeno sei anni di anzianità. Gli stessi raggiungeranno il grado di Capitano dopo almeno 6 anni, a decorrere dalla data di conclusione del corso di formazione.
Senza voler scendere in ulteriori e sofisticate disamine normative o nell’esegesi di recenti sentenze di rigetto di istanze cautelari di sospensione del bando, emesse dal T.A.R., al quale un gruppo di Luogotenenti si sono rivolti, (che ovviamente, al momento, non hanno affrontato il merito della questione) e stante le norme adottate, si trae l’amara conclusione che, al di là del probabile “mancato rispetto del principio di equi-ordinazione”, ma questo va dimostrato nei tribunali, semplicemente non è apparsa moralmente giusta la scelta di prevedere un concorso ed un corso formativo per i Luogotenenti della Guardia di Finanza con criteri così differenti dagli altri, anche perché la più volte richiamata specificità insita nel possesso delle qualifiche di Polizia Tributaria, non sembra aver condotto all’adozione di una tipologia contrattuale migliore e diversa per tutti gli appartenenti al Corpo. Prima delle norme, che sono il frutto finale di un processo e di discussioni formali e informali intraprese a vari livelli, infatti, esiste il giusto ed il non giusto, la gratificazione per i percorsi fatti ed il contributo dato dai singoli, la considerazione e l’indifferenza per quello che pensa ed a cui ambisce il personale interessato.
Attenzioni e sensibilità, che devono sempre caratterizzare certe scelte!
Ecco, la previsione di questi concorsi per i Luogotenenti della Guardia di Finanza è stata, semplicemente non connotata da queste attenzioni e, quindi, non giusta agli occhi di tanti appartenenti al Corpo, a prescindere dalle motivazioni giuridiche e fattuali, portate avanti con forza dall’Amministrazione, ma anche con scarne capacità di convincimento, viste le tante persone insoddisfatte. Ovviamente, se nonostante ciò l’Amministrazione si è mostrata indifferente alle richieste di modifica avanzate dalle rappresentanze militari e reclamate a gran voce da tantissimi Luogotenenti, accade, inevitabilmente, ciò che il Consiglio di Stato aveva previsto a priori, ovvero il ricorso al contenzioso.
In altre parole, al di là poi delle ragioni che gli interessati potranno o meno vedersi riconosciute dagli organi giurisdizionali, a sentire le continue telefonate e gli scritti che riceviamo ogni giorno, rimane sempre la delusione e la demotivazione che pervade gli animi.