Il Sinafi con una lettera inviata all’Organo di Vertice ha rappresentato una problematica, afferente il personale in speciali condizioni di impiego, che sta creando forti malumori tra lo stesso e che viene percepita come una vera e propria disparità di trattamento rispetto al personale militare dell’Amministrazione della Difesa: il mancato adeguamento del controvalore in denaro delle voci costituenti il trattamento alimentare del personale militare ed in particolare della composizione e del valore dei “generi di conforto” e della “colazione obbligatoria”.
Si è ravvisato infatti che la ratio della rivalutazione, tra l’altro ben evidenziata nell’ultimo Decreto del Ministero della Difesa è riferibile alla “…necessità di aggiornare il controvalore in denaro del trattamento alimentare a causa dell’incremento del costo di mercato delle derrate intervenuto nel periodo gennaio 2020 – dicembre 2022…”.
Si è ritenuto necessario chiedere l’immediato aggiornamento del controvalore delle voci costituenti la composizione dei “generi di conforto” e della “colazione obbligatoria” previste per tutto il personale in speciali condizioni di impiego avente diritto ed appartenente al Corpo al fine di far terminare quella che potrebbe apparire una sostanziale disparità di trattamento tra personale, tra l’altro appartenente al medesimo comparto, che esercita la medesima attività.
Si è infine segnalato che in alcuni contesti lavorativi il controvalore delle voci alimentari in parola viene corrisposto in buoni pasto (ticket restaurant dal valore nominale di € 7). Ritenendo che il Decreto “viveri” vigente, per il personale della Guardia di Finanza, prevede, al punto 9 lett. g) della Nota Tecnica allegata che “ Qualora ne dovesse risultare difficoltosa la somministrazione (in natura) l’ente competente può corrispondere in contanti all’interessato il relativo controvalore ovvero erogare, in alternativa, buoni acquisto di valore equivalente da assegnare ai beneficiari aventi diritto, da utilizzare presso strutture convenzionate”, si è chiesto che il controvalore sia corrisposto in contanti.