Si comunica, a titolo informativo, che gli studi legali convenzionati, Enrico Tedeschi e Agnelli Giulio, stanno ultimando le procedure di riscontro della documentazione inerente alle numerose adesioni pervenute dai nostri soci, in merito al ricorso da loro avviato per il riconoscimento del danno da mancato avvio della Previdenza complementare.
Per chi non avesse ancora ricevuto la comunicazione di completezza della pratica da parte dello studio prescelto non c’é da preoccuparsi, é stato assicurato che entro la fine del mese, con il completamento dei riscontri, verrà inviata comunicazione tramite pec o mail a tutti gli aderenti, dandone anche avviso sui siti dei legali interessati, onde mettere nelle migliori condizioni tutti i soci aderenti di poter effettuare un ulteriore riscontro circa la corretta ricezione della documentazione e, eventualmente, avvisare lo studio qualora il riscontro fosse negativo.
Dopo la metà del mese, inoltre, si terrà un incontro tra la segreteria nazionale SINAFI e gli studi legali interessati per acquisire e definire i tempi di presentazione dell’atto stragiudiziale di diffida e messa in mora nei confronti della controparte pubblica inadempiente, delineare le modalità di quantificazione del danno presunto dal mancato avvio delle previdenza, nonché la strutturazione del ricorso da presentare dinanzi ai Tribunali Amministrativi competenti nei prossimi mesi.
Nel frattempo, le azioni legali intraprese iniziano, seppur indirettamente, a creare molte apprensioni tra gli addetti ai lavori e a generare i primissimi risultati politici, seppur tutti da riempire di contenuti economici.
Ovviamente, sono già un bel segnale che potrebbe riservare anche delle sorprese non da poco conto.
Infatti, in ambito politico e istituzionale si inizia a parlare di ipotesi di parziale riforma del sistema pensionistico per il comparto difesa e sicurezza, agendo proprio con un disegno di legge che preveda un sistema di calcolo della pensione che attribuisca, a coloro che lasciano il lavoro attivo a 60 anni, un coefficiente di trasformazione pensionistico più elevato rispetto all’età anagrafica posseduta, tale da recuperare il decremento subito a causa del mancato avvio della previdenza.
La legge 335/1995, infatti, prevede che l’importo della pensione annua si ottenga moltiplicando il montante contributivo, ossia la somma rivalutata dei versamenti effettuati durante la vita lavorativa, per un coefficiente di trasformazione, che cresce con l’aumentare dell’età, premiando, di fatto, quanti vanno in pensione più tardi.
Se dovesse, paradossalmente, andare in porto una riforma del genere, pertanto, il personale avrebbe un vantaggio pensionistico sicuramente apprezzabile perché correlato a un coefficiente di trasformazione più elevato rispetto a quello che gli spetterebbe in relazione dell’età anagrafica posseduta.
Si parla già di un Disegno di Legge della Senatrice Roberta Pinotti, Presidente della Commissione Difesa del Senato, che sarebbe stato annunciato e che a breve potrebbe vedere gli albori.
Come al solito, ovviamente, il diritto deve fare i conti con la disponibilità delle risorse economiche necessarie che il Governo dovrà stanziare per dare la copertura all’eventuale riforma.