Il Sindacato Nazionale Finanzieri, unitamente ad altri sedici sindacati militari, ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio, ai Ministri della Difesa, dell’Economia e delle Finanze e dei Trasporti, nonché al Capo di Stato Maggiore della Difesa, ai Capi di Stato Maggiore delle Forze Armate ed ai Comandanti Generali della Guardia di Finanza, dell’Arma dei Carabinieri e del Corpo delle Capitanerie di Porto, con la quale si è inteso stigmatizzare la pressoché totale mancanza di ogni forma di dialogo o interazione con le Amministrazioni, che dovrebbero costituire le normali relazioni sindacali, nonché l’indifferenza totale mostrata dalle stesse riguardo alle innumerevoli e legittime rivendicazioni poste in essere, nel tempo, dalle OO.SS..
Nella stessa lettera è stato espresso sdegno in merito a ciò che sta accadendo con l’Atto 1893, che in questi giorni verrà discusso in Senato e lo fanno anche a nome di decine di migliaia di donne e uomini che hanno già aderito al processo di sindacalizzazione in atto, nonostante l’ostruzionismo e il clima ostile che hanno incontrato finora.
Nello specifico, le OO.SS. hanno inteso evidenziare come il disegno di legge che il Senato si appresta a votare nei prossimi giorni sia stato completamente condizionato da attori pieni di preconcetti e “politicamente incapaci” di recepire le reali esigenze di valorizzazione della libertà sindacale, nonché dai vertici pro-tempore delle Amministrazioni fortemente interessati a snaturare e minare alle origini ogni tentativo di dotare il mondo militare di una legge sindacale idonea a tutelare e negoziare proficuamente gli interessi del personale, così come sancito dalla sentenza della Corte Costituzionale 120/2008.
Per concludere, le sigle dei sindacati militari hanno inteso rimarcare:
- la mancanza di ascolto, di un’interlocuzione proficua e di una mediazione per giungere a un modello sindacale equilibrato, ma nello stesso tempo efficace, che si sta traducendo nell’approvazione di un surrogato di una legge sindacale, peraltro imposta unilateralmente;
- che non si riconoscono in questa classe politica e nelle sue azioni che sta mettendo in atto sui diritti sindacali del personale, né minimamente si sentono rappresentate e tutelate dai vertici delle Amministrazioni a causa delle loro posizioni assunte, per il mancato dialogo continuamente e puntualmente ricercato e sollecitato dalle scriventi;
- che non resteranno a guardare inermi la totale demolizione dei diritti sindacali del personale, ma denunceranno in tutte le sedi quello che sta accadendo e, ovviamente, intraprenderanno ogni tipo di azione giudiziale, presso gli organi nazionali e sovranazionali, con l’intento di far dichiarare la legge incostituzionale.
La posizione assunta dalle sigle dei sindacati militari è stata riassunta in un apposito comunicato stampa.
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